Attività

Le finalità del Biodistretto

  • Favorire lo sviluppo delle produzione biologiche della vallata e delle relative filiere collegate, promuovendone il consumo nel territorio anche oltre i confini del distretto;
  •  Favorire la coesione, la partecipazione degli attori della filiera biologica e delle istituzioni locali per promuovere il biologico all’interno e all’esterno del distretto;
  • Valorizzare e sostenere la produzione, il confezionamento, la commercializzazione, distribuzione e promozione delle produzioni biologiche;
  • Tutelare e preservare le tradizioni culturali locali, l’agro-biodiversità e l’ambiente naturale;
  • Agevolare e semplificare l’applicazione delle norme per la certificazione biologica previsti dai regolamenti comunitari e l’applicazione dei regolamenti per la trasformazione e il confezionamento delle produzioni agricole locali;
  • Promuovere ed organizzare attività di ricerca, divulgazione, formazione, dimostrazione ed informazione riguardanti l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale,e la gestione sostenibile del territorio, inclusa la silvicoltura;
  • Favorire lo sviluppo di una proposta turistica legata alla naturalità della valle e alla genuinità delle produzioni agricole locali.

I nostri servizi

Assistenza alla conversione all’agricoltura biologica: nozioni di base e passaggi amministrativi
Assistenza tecnica sul metodo di produzione biologico
Promozione delle produzioni agricole biologiche locali
Facilitare l’incontro diretto fra produttori e cittadini
Educazione alimentare nelle scuole
Organizzare la partecipazione a fiere ed eventi da parte dei produttori della Val di Vara
Realizzare progetti di ricerca e di introduzione di innovazione/h5>

I progetti

Il Biodistretto nell’ambito del progetto Comunità del cibo ha sviluppato un linteressante lavoro sui “testi” dal titolo

I TESTI(moni)- Memoria storica e nuove prospettive sull’uso dei “testi” in Val di Vara.

Trovate l’indagine completa cliccando sul link qui sotto

I testi(moni)

Il progetto Innovabiozoo, per la parte riguardante la tecnica di stabulazione “Compost barn” (lettiera lavorata), ha previsto la valutazione del benessere animale negli allevamenti delle 2 aziende partner. Per questa attività è stata utilizzata la metodologia IBA messa a punto dal CRPA negli anni 2004-2006 e poi più volte aggiornata.

La valutazione del benessere animale è una tematica sulla quale hanno lavorato e lavorano molti gruppi di ricerca in Europa e nel mondo. L’obiettivo è quello di definire metodi di valutazione oggettivi che tengano in considerazione i diversi aspetti che hanno effetto sul benessere dell’animale, molti dei quali fanno riferimento all’ambiente d’allevamento, ovvero al luogo fisico di vita degli animali.

L’ambiente d’allevamento può essere definito come l’insieme di elementi esterni all’animale che ne condiziona la vita e il comportamento; fra gli aspetti più rilevanti si ricordano il microclima (temperatura, umidità, velocità dell’aria), la concentrazione di gas e polveri, il rumore, la tipologia di stabulazione (singola o collettiva, fissa o libera, all’aperto o al chiuso), lo spazio vitale attribuito ad ogni capo, il tipo di pavimento (pieno, fessurato, con lettiera), la conformazione e la reciproca distribuzione delle superfici d’allevamento, le condizioni igieniche e l’ambiente microbico, il sistema di alimentazione (dimensione e forma delle attrezzature per la somministrazione dell’alimento, collocamento dei punti di alimentazione), il sistema di distribuzione dell’acqua di bevanda.

Questi elementi, com’è ovvio, sono spesso interagenti, rafforzando o limitando potenziali effetti negativi di uno o più di loro, la qual cosa complica in modo rilevante le ricerche finalizzate alla definizione delle relazioni fra ambiente e prestazioni produttive o fra ambiente e benessere degli animali.

I sistemi di valutazione a indice aziendale, fra i quali i noti ANI (AnimalNeeds Index) austriaci, forniscono un’impostazione generale dell’approccio applicabile alla valutazione del benessere dei bovini da latte in allevamento, affidandosi a parametri tecnici consolidati messi a punto dalla ricerca, dalla sperimentazione e dall’esperienza di allevatori e tecnici, oltreché, ovviamente, dalla legislazione corrente.

I sistemi di valutazione a indice aziendale sono caratterizzati da criteri di base che possono essere così riassunti:

  • individuazione delle più gravi carenze del sistema e delle strutture d’allevamento;
  • valorizzazione degli aspetti più qualificanti nei confronti del benessere degli animali allevati;
  • rapidità della valutazione (visita aziendale e successiva attribuzione dei punteggi);
  • relativa rapidità della formazione dei valutatori;
  • elevata ripetibilità del punteggio relativo a parametri oggettivi e misurabili (nel caso di valutazione ripetuta in tempi diversi o da differenti valutatori).

 

Il sistema IBA (Indice di Benessere dell’Allevamento), per il comparto bovino da carne, prevede l’utilizzo di una scheda di valutazione fisicamente suddivisa nelle seguenti 8 parti:

  • scheda A – Parte generale;
  • scheda B – Edificio;
  • scheda C – Settore vacche in lattazione;
  • scheda D – Settore vacche in asciutta;
  • scheda E – Settore rimonta;
  • scheda F – Settore vitelli (0-6 mesi);
  • scheda G – Settore tori da riproduzione.
  • scheda H – Settore bovini da ingrasso.

A seconda dell’organizzazione aziendale, è necessario compilare una scheda A, una scheda B per ogni edificio con animali presente, una o più schede C, D, E, F, G o H per singolo edificio (a seconda del tipo di animale stabulato). All’interno di ogni edificio per ciascuna categoria di animali vengono prese in considerazione le diverse aree funzionali: zona di riposo, zona di alimentazione e zona di esercizio (se presente).

Nel caso della scheda F relativa ai vitelli da 0 a 6 mesi di età vengono prese in considerazione le diverse fasi dell’allevamento.

Per semplificare le operazioni di compilazione tutte le domande che necessitano della risposta del conduttore dell’azienda sono state inserite nella scheda A – Parte generale, mentre le rimanenti schede della check list devono essere compilate soltanto dal rilevatore.

Alla raccolta dei dati in azienda segue l’input dei dati su specifico programma basato sul software Excel di Windows. In tale programma tutti i valori inseriti originano a loro volta calcoli automatici che possono portare alla definizione di altri valori e che portano, infine, all’attribuzione di punteggi per ogni macro-area, fino al punteggio finale che colloca l’allevamento all’interno di una specifica griglia di valutazione.

La scheda A – PARTE GENERALEraccoglie dati relativi ad anagrafica, zona altimetrica, media annuale del numero di capi presenti suddivisi per categoria animale, gestione degli animali,presenza dei registri (per animali, farmaci e/o trattamenti terapeutici effettuati), controllo impianti e registrazione, personale,acqua di bevanda (provenienza e analisi dell’acqua alimentare, pulizia degli abbeveratoi), alimentazione (tipo di distribuzione dell’alimento, pulizia della mangiatoia), sistema di allevamento,elenco edifici per animali, strutture per il parto e l’isolamento, sanità (piani di controllo di mastiti, endoparassiti, ectoparassiti e mosche, ecc…).

Ogni scheda B – EDIFICIO è suddivisa nelle seguenti 4 categorie:1 – Categorie presenti in questo edificio; 2 – Caratteristiche del ricovero (tipo di edificio, dimensioni, tipo di tetto e di copertura);3 – Controllo ambientale (tipo di ventilazione, presenza di fessure di colmo o camini, superficie delle aperture di ventilazione, sistemi vari di regolazione della portata, polveri, odori, correnti d’aria, irraggiamento solare, luce, ecc..);4 – Altri aspetti (livello di pulizia e deterioramento delle superfici interne dell’edificio e delle attrezzature).

Le schede dalla C alla H sono dedicate ai diversi settori dell’allevamento, con riferimento alle categorie vacche in lattazione, vacche asciutte, rimonta, vitelli, tori da riproduzione e bovini da ingrasso.

In ogni scheda vengono valutati gli aspetti generali (numero di capi, tipo di stabulazione, passaggi, porte e corridoi ciechi, ecc..), l’acqua di bevanda, la zona di riposo, la zona di alimentazione, la zona di esercizio e gli aspetti igienico-sanitari e comportamentali (aspetto del pelo e presenza di lesioni, stato di pulizia degli animali, consistenza delle deiezioni, atteggiamento degli animali alla presenza del rilevatore).

 

 

Periodo: 2016
Ente e strumento: GAL della Spezia -Mis 19.1 – PSR 2020

Periodo: 2017
Ente e strumento: Regione Liguria, Misura 16.1 del PSR 2020

Progetto preliminare di Cooperazione per i PEI (Partenariato Europeo per l’Innovazione). Progetto propedeutico alla creazione di un Gruppo Operativo formato da: imprese agricole, Biodistretto Val di Vara e FIRAB, come ente di ricerca, per la presentazione di un progetto esecutivo di cooperazione per l’innovazione in campo zootecnico: la gestione eco-intensiva dei pascoli locali e l’introduzioni delle stalle secondo il modello “composting barns”.

Periodo: 2017-2018 
Ente e strumento: Regione Liguria, Mis 3.2 del PSR 2020

Progetto di promozione delle produzioni biologiche. Il progetto prevede 5 azioni promozionali rivolte ai consumatori e alle scuole: il Valle Bio Festival (I^ edizione), lo sportello informativo, la diffusione delle produzioni biologiche locali nei ristoranti del territorio, educazione al bio nelle scuole, la partecipazione delle aziende del Biodistretto ad eventi e fiere nazionali e regionali.

Periodo: 2018-2019 
Ente e strumento: Regione Liguria, Mis 3.2 del PSR 2020

Progetto di promozione delle produzioni biologiche e delle valenze ambientali e nutritive delle stesse. Il progetto prevede 5 azioni rivolte ai consumatori e alle scuole: il Valle Bio Festival di Varese Ligure (II^ edizione) e la Festa contadina dei Vezzanelli a Zignago, lo sportello informativo, l’ideazione di itinerari alla scoperta della Valle del Biologico (Bio Bus), l’educazione al bio nelle scuole, la partecipazione delle aziende del Biodistretto ad eventi e fiere nazionali e regionali.